In esclusiva per te una favola del romanzo!

 

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I segreti dei bambini più piccoli di tutti

Il gioco dell’oca

 

«Scusa, tu sei una delle bambine più piccole di tutti?»illus-segreti-bambini_1
«Sì. Piacere, mi chiamo Greta, tu chi sei?»
«Sono Gianpiero. Mi puoi spiegare dove sono finito?»
«Oh, sei nel più buffo gioco dell’oca della storia!»
«Come hai detto? Ero nella pancia della mamma, sono nato ma lei non c’è… non ho capito dove i dottori mi hanno portato».
«Te l’ho già detto, sei finito nel gioco dell’oca. Tanti bambini sono qui e dobbiamo tutti arrivare al traguardo. Si vede che sei appena arrivato, eh…»
«Infatti non ci capisco niente. Mi puoi spiegare meglio?»
Greta si stiracchia e sgranchisce tutte le dita di mani e piedi.
«Noi siamo i bambini più piccoli di tutti perché siamo nati prima dei nove mesi di pancione di mamma.
Fin qui ci sei?» Gianpiero la osserva meglio e ride.
«Certo che ci sono! Lo so benissimo che sono nato, è tutto diverso da dove mi trovavo».
«Appunto. Ma il fatto è che dovevamo ancora restarci, nel pancione. Invece siamo nati prima, quindi ci tocca giocare al gioco dell’oca che, come traguardo, ha casa nostra».
«Vuoi dire che, se vinciamo la partita, possiamo ritornare nella pancia di mamma?»
«Ma no! Gianpiero, cosa dici? Ormai siamo nati, non si può più tornare nella pancia di mamma».
«Ah, già, è vero. E allora come si fa?»
«Si devono percorrere tutte le caselle del tabellone finché si raggiunge l’ultima, quella che ci porterà dritti nella nostra casetta, insieme alla nostra famiglia».
«Okay, sto iniziando a capire. Però, io ti ho incontrato qui perché ci stanno cambiando su dei fasciatoi vicini; ma quando finiranno di lavarci, come farò a giocare anch’io?»
«È molto semplice, Gianpiero, però ti devi anche impegnare. Innanzitutto, ti hanno dato il semaforo rosso lampeggiante?»
«Che cosa?»
«È un braccialetto magico con sopra un semaforo rosso, capace di far sentire il battito del tuo cuore a tutti, in ogni momento.
In questo modo, non siamo mai soli». Gianpiero si osserva il braccino e lo trova.
«Sì, eccolo. Ce l’ho anch’io!» esclama, felice.
«Perfetto. Si chiama così perché è sempre rosso, e batte insieme al nostro cuore. Non te ne separare mai!
Si può salutare soltanto alla fine del gioco dell’oca».
«D’accordo».
Greta annuisce, poi prosegue.
«Il dado che ti permette di procedere è quella bilancia laggiù. La vedi?»
«Sì, mi ci hanno pesato prima».
«Bene. Il peso è il tuo punto di partenza. Io, ad esempio, quando sono arrivata pesavo 670 grammi».
«Io 1200».
«Oh, allora sei già più avanti di me!» Greta non nasconde una punta di sorpresa.
«In che senso?»
«Quando sono arrivata, io dormivo nella prima stanza, quella che gli adulti chiamano Intensiva».
«Ma che nome è? Non potevano chiamarla Stanza 1 o, che so, Cameretta dei bambini più piccoli di tutti?
Non mi sembra che i grandi abbiano molta fantasia».
Greta scoppia a ridere.

illus-segreti-bambini_2«Hai ragione. L’hanno chiamata così perché dentro è tutto molto… intenso! Ci sono tantissime roulotte con gli oblò, e noi bambini più piccoli di tutti dobbiamo impegnarci un sacco».
«A fare che cosa?»
«A mangiare, a stare bene di salute e a crescere.
Più ti impegni e più ingrassi. Se raggiungi un peso maggiore e impari a respirare da solo, salti direttamente nella seconda stanza, la Subintensiva».
«Ma io so già respirare da solo!»
«Infatti sei più avanti di me. Dormi nella roulotte con gli oblò o nella tenda indiana?»
«E che differenza c’è?»
«Io vivo e cresco nella roulotte, e vengo aiutata a respirare perché ho i polmoni molto piccolini.
Non appena respirerò da sola, passerò anch’io alla tenda dove sei tu. Lì la tua mamma ti può baciare e abbracciare senza dover aprire prima gli oblò».
«Ah, caspita! Allora io sono già molto fortunato. Mi sa che sono restato nella pancia della mamma più a lungo di te».
«Di sicuro. Infatti è quello il trucco. Se si nasce molto presto, il gioco dell’oca è più lungo, ma anche più affascinante.
Io sto scoprendo moltissime cose interessanti, che chi sta poco qui dentro si perde».
«Ad esempio?»
«Conosco le regole del gioco. Invece, quelli che arrivano per poco come te, spesso si perdono e tornano indietro».
«Potrei tornare indietro anch’io?»
«Se non conosci le regole, sì. Ad esempio: se ti arriva un’infezione, cioè ti ammali per qualche giorno, stai fermo un giro.
Mentre se ti sale la febbre potresti anche retrocedere di stanza!»
«Dalla Due alla Uno?!» esclama Gianpiero, preoccupatissimo.
«Sì, o dalla Tre alla Due».
«C’è una stanza numero tre?»
«Sì, è quella di chi è  praticamente arrivato al traguardo. Si chiama Minima. Ma è anche la più critica perché, se non fai attenzione, salti un turno. Basta appunto un minimo per perdere le caselle che hai guadagnato. Un bambino che arriva dopo di te può superarti, e addirittura raggiungere prima il traguardo, se i medici decidono che desiderano stare ancora un po’ in tua compagnia. Alcuni bambini restano fermi due o tre giri… una vera seccatura! Pensi di aver praticamente vinto, e invece ti tocca attendere».
«Hai conosciuto un bambino più piccolo di tutti a cui è capitato?»
«Sì, una mia amica, ed era arrabbiatissima. Ma poi si è ripresa, sulla bilancia il suo peso è salito e ha finalmente vinto il suo gioco dell’oca».
«Uao! E quali altre regole conosci?»
«Devi fare attenzione a quando ti spostano dalla tua vecchia roulotte ad una nuova. Succede quando le mandano tutte a lavare. Se ti va male, quella pulita la mettono in un’altra postazione e ti tocca ricominciare da capo. Poi puoi finire per sbaglio in Sala Genitori. È la stanza dove le mamme e i papà si incontrano fra di loro e si rilassano con varie attività. Io ci sono stata perché una volta mia mamma mi ha portata lì con la fascia. Pensavo che dopo si saltasse subito alla casella finale, visto che mi trovavo con lei fuori dalle altre stanze, e invece è durato pochi minuti».
«E allora a cosa serve la Sala Genitori
«A riempirti il cuoricino di speranza. Vedi un esempio del mondo di fuori, o conosci qualche altra persona grande, e queste emozioni sono forti e bellissime!»
«Caspita… io non so se vedrò tutte queste cose».
Greta sorride a Gianpiero.illus-segreti-bambini_3
«Se tu sei già nella Stanza Due, percorrerai il gioco dell’oca molto più in fretta. Ma stai attento, perché se corri troppo veloce ti puoi perdere».
«Dove?»
«Bisogna sapere dove andare, Gianpiero! Obiettivi da raggiungere: respirare da soli, mangiare da soli e pesare almeno 1800 grammi. Per riuscirci, devi puntare sempre dritto: dalla stanza Uno, alla Due, alla Tre. Variante: Sala Genitori. Mai Resuscibaby! Quella è la stanza dalla quale tutto ha inizio e di certo non bisogna tornarci. Passaggi laterali: fasciatoi per il cambio e corridoi. Mai perdersi nella Stanza del Tiralatte o nei Magazzini delle Provviste, o sarai fuori dal gioco».
«La Stanza del Tiralatte
«Sì, la mia amica c’è finita. La sua mamma è andata a tirarsi il latte e se l’è portata dietro. Era già in Stanza Tre, ma finire al tiralatte l’ha fatta retrocedere perché si è presa un’infezione… poverina! Per fortuna è durata poco. Certo che, dopo, la sua mamma non l’ha mai più portata lì».
«E cosa fanno le mamme là dentro?»
«Raccolgono il latte. Noi siamo troppo piccoli e non riusciamo ancora a succhiarlo dal seno, così le mamme lo raccolgono e lo mettono in tanti barattolini. Esattamente come fanno i pastori con le mucche. È davvero uguale, sai? Le mucche vengono munte e il loro latte viene bollito e messo nelle bottiglie. Le nostre mamme, invece, si mungono da sole, poi ci portano il latte ancora caldo, oppure mettono i barattolini in freezer per uccidere i batteri cattivi, che sono degli esseri invisibili che fanno arrivare le malattie. Quando è l’ora della pappa, le infermiere prendono il latte raccolto e ce lo portano con i biberon microscopici».
«Okay. Niente Stanza del Tiralatte. Quella è esclusiva delle mamme e delle mucche».
«Vedo che hai capito tutto. Sei pronto per giocare e per vincere, Gianpiero».
«Grazie, Greta, però non mi lasciare da solo!».
L’infermiera che stava lavando Gianpiero ha terminato e sposta il bambino su un altro fasciatoio.
«Accidenti! No, aspetti un attimo… Greta!»

illus-segreti-bambini_4Ma Greta ha visto tutta la scena e sorride.
Sa perfettamente che Gianpiero imparerà a muoversi a suo piacimento lungo il tabellone del gioco dell’oca che gli è stato dato da vivere. L’infermiera finisce di lavare anche lei.
«Eccoci pronte, signorina Greta. Sta per arrivare la tua mamma e tu sei bellissima e profumata».
Greta si domanda che giorno sia oggi. Poi se lo ricorda.
È il numero 42.
Oggi si sente proprio benissimo: ha mangiato, ha respirato per un po’ di tempo da sola e adesso sta
per riabbracciare la sua mamma.
Chissà se il dado del gioco dell’oca le farà saltare qualche casella in avanti per giungere presto al traguardo!